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La Cina ha dichiarato di voler aumentare le importazioni dall'estero e di aprire i propri mercati.
Certamente questa non può essere che una bella notizia per le imprese occidentali, che si troveranno a dover conquistare un nuovo mercato di circa 1,3 miliardi di consumatori.
Ma....perchè la Cina ha deciso di ridurre il proprio avanzo commerciale?
La teoria economica è stata confermata, anche un prolungato avanzo della bilancia dei pagamenti è insostenibile. Negli ultimi anni la Cina ha mantenuto dei tassi di crescita veramente elevati nonostante la crisi globale, ma anche il tasso di inflazione si è mantenuto su alti livelli. Tutto questo porta ad una progressiva perdita di competitività sui mercati internazionali, anche se il costo del lavoro in Cina è di gran lunga più basso rispetto all'occidente. Per questo ci sono stati attriti tra Cina e USA in merito alla questione Dollaro - Yuan, poichè una svalutazione forzosa della moneta crea un aumento fittizio della competitività (vedi il caso Italia fino agli anni '90), ma anche questa è una strada percorribile per il nuovo colosso mondiale? Alla lunga no, perchè far svalutare una moneta vuol dire anche far aumentare il tasso di inflazione, quindi le autorità cinesi hanno pensato di allentare le pressioni aumentando la concorrenza sui mercati interni. Una scelta del genere facilita anche una ristrutturazione dell'apparato produttivo cinese, poichè l'aumento della presenza di imprese straniere porterà ad un miglioremento tecnologico, quindi la Cina potrà specializzarsi anche in produzioni ad alto contenuto tecnologico e non solo nei settori tradizionali.
Ma per le imprese occidentali (e soprattutto per quelle italiane) quali saranno i vantaggi? Ma soprattutto le nostre imprese saranno in grado di raggiungere il mercato cinese?
Bè i vantaggi sono indubbi perchè l'importanza di un mercato di oltre un miliardo di persone mi sembra più che evidente, soprattutto quando il reddito nei Paesi occidentali continua a rimanere pressochè invariato. Ma cosa serve per raggiungere il mercato cinese? Sicuramente una dimensione aziendale ragguardevole, poichè la cultura orientale è diversa da quella occidentale, quindi dovranno essere studiate nuove strategie di promozione dei prodotti ed anche perchè la grandezza del territorio cinese richiede una robusta rete di logistica. La dimensione da sola non basta, perchè gioca un ruolo fondamentale anche la qualità del mix offerto, poichè difficilmente le imprese potranno competere sui mercati ad alta intensità di lavoro con un paese che ha un costo unitario di lavoro per unità di prodotto (CLUP) nettamente più basso.
Ma il nostro tessuto produttivo formato da piccole imprese come si dovrà comportare per affrontare questa nuova sfida competitiva?
Ci dovranno essere approcci diversi sia riguardo al primo che al secondo punto sopra esposti.
Si dovrà favorire innanzitutto una concentrazione delle imprese per aumentare le dimensioni medie delle nostre unità produttive, ma questo significa cambiare una tendenza storica e ciò sarà difficile, però potremmo sfruttare una realtà produttiva molto sviluppata nel nostro paese, ovvero il fenomeno dei distretti industriali. Una maggiore cooperazione di lungo periodo tra le imprese di un distretto, che potranno così ammortizzare i grandi costi fissi dell'esportazione, potrebbe condurre ad una penetrazione efficace del nuovo mercato.
Un secondo punto cruciale per il nostro sistema è la ristrutturazione industriale; le nostre unità produttive sono sviluppate nelle produzioni tradizionali in cui gioca un ruolo determinante il costo del lavoro (tessuti, abbigliamento, ecc...) e che sono facilmente imitabili dai competitors. Quindi le scelte di politica economica dovrebbero guardare ad uno sviluppo dei nuovi settori (TLC, elettronica, biotech, ecc..) che richiedono lavoro altamente specializzato (in questo modo si risolverebbe anche il problema della "fuga dei cervelli").
I prodotti che allo stato odierno possono già competere nei mercati cinesi sono i prodotti di "nicchia" come i beni di lusso (automobili, gioielli, abbigliamento di lusso, ecc...) e gli enogastronomici (se opportunamente protetti dalle imitazioni).
Il nostro sistema produttivo è chiamato ad un nuovo sforzo per affrontare questa nuova sfida della globalizzazione. Per riuscire in questa missione servirà l'impegno congiunto di tutte le categorie sociali e del governo.
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