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Secondo uno studio Confcommercio, basato su dati istat, nel ventennio 1990-2010 il risparmio delle famiglie si è più che dimezzato. Secondo il comunicato, il reddito delle famiglie è rimasto sostanzialmente invariato, mentre il risparmio medio si è ridotto da 4.000 a 1.700 euro per colpa dell'aumento continuo del costo della vita. Un altro dato rilevante riguarda anche il dato sui consumi. Essi sono tornati al livello del 1999, però, purtroppo, tale aumento ha eroso la quota del risparmio in quanto il reddito è rimasto praticamente lo stesso. A conferma di un tendenza storica, il bene rifugio preferito rimane il "mattone", seguito dagli investimenti liquidità. Dando un lettura in chiave economica, si può vedere che questo è l'effetto dell'accordo interconfederale del 1993 e successivamente quello del 2009. In entrambi questi accordi tra parti sociali si è previsto un forte ridimensionamento della crescita dei salari, per abbassare l'inflazione e recuparare così competitività sui mercati internazionali al fine di aumentare il reddito nazionale. Così è stato solo in parte, perchè siamo riusciti solo a frenare l'inflazione, mentre le nostre esportazioni sono state divorate da un debito energetico enorme e quindi la ricchezza nazionale è stata stagnante per tutto questo periodo. In conclusione, mi preme ricordare che il risparmio delle famiglie italiane è sempre stato fondamentale perchè siamo uno stato ad alto debito pubblico e con un sistema welfare non molto sviluppato, quindi se il risparmio si contrae sempre più, le previsioni sul futuro non potranno che essere pessime, servono assolutamente delle riforme che tutelino i redditi delle famiglie del nostro Paese.
Fonte dati: Confcommercio.it
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