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Sei in: Home 2011 , Crisi Economica , Fonti Energetiche , Italia , Politica Economica , Portogallo , Produttività , Speculazione , Titoli pubblici Torna a soffiare il vento della speculazione sul Portogallo

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Nell'ultima asta di titoli con scadenza nel 2013 si è registrata una forte contrazione della domanda che ha coperto 1,6 volte l'offerta contro l'1,9 della precedente asta di settembre. Il pericolo più grande risiede nell'aumento dei rendimenti, passati dal 4,086% al 5,993%, dovuto a questa manovra di contrazione della domanda che rischia di far scoppiare il debito del paese iberico. Sono segnali da non sottovalutare in quanto il Portogallo, come ben sappiamo, fa parte della zona Euro e quindi la crisi del suo debito sovrano rischia di ripercuotersi su tutta l'eurozona. All'orizzonte si prospetta un intervento della BCE se la situazione non si evolve in maniera positiva. Bassa crescita dell'economia e scarsa competitività del paese fanno aumentare il rischio di default del Portogallo stesso.
Tutto ciò ha grandi conseguenze sulla nostra economia, perchè anche noi siamo un paese con caratteristiche simili al Portogallo (alto debito pubblico, inflazione in aumento, bassa crescita economica e scarsa produttività del lavoro)  e ciò ci potrebbe portare ad essere bersaglio di un'ondata speculativa che ha colpito per ora Grecia ed Irlanda. Se alle problematiche precedenti uniamo l'aumento del costo del petrolio e la forte dipendenza dall'estero in merito alle fonti energetiche non possiamo che guardare al futuro con un pizzico di ottimismo in meno.
In questo quadro fortemente negativo si attendono delle riforme forti riguardo all'approvvigionamento energetico ed al rilancio della produttivà della nostra industria. 

Fonte dati: Ansa.it

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