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Per la prima volta da 7 anni il saldo commerciale cinese è in deficit di 1,02 miliardi di dollari.
Nel primo trimestre del 2011 il saldo commerciale cinese è diventato negativo per 1,02 miliardi di dollari, interrompendo un costante saldo positivo che durava da ben 7 anni. Analizzando singolarmente i dati sulle esportazioni e quelli sulle importazioni vediamo un aumento del 26,5% delle prime e un aumento del 32,6% delle seconde su basa annua. Quindi la causa di questo deficit non è riscontrabile nella diminuzione delle esportazioni, quanto la conferma di un trend iniziato da circa un annuo che vede un costante e sostenuto aumento delle importazioni. Complice di questa dinamica è l'aumento del costo delle materie prime.
Sono pressanti le richieste da parte degli Usa di rivalutare lo Yuan, ma per ora la Cina ha sempre risposto picche. Penso che continuerà a fare così, in quanto il mantenimento di uno Yuan debole facilita le esportazioni riducendo la pressione sociale nel paese e rende allettante l'investimento in Cina, tutto questo a scapito di una forte inflazione che viene frenata (almeno l'intento è quello) con inasprimenti continui del tasso di interesse. In questo modo la Cina ottiene ben 2 benefici: mantenere alto il livello delle esportazioni e favorire l'ingresso di nuove tecnologie in un paese che ha un solo vantaggio competitivo, il costo del lavoro, continuamente eroso dall'alto livello di inflazione. Preme ricordare che questa politica non può essere mantenuta per sempre poichè un mentenimento di un alto saggio di inflazione riduce la competitività sui mercati internazionali, quindi ad un certo punto lo Yuan dovrà per forza essere rivalutato, altrimenti la Cina si troverà ad affrontare la stessa crisi di competitività che abbiamo affrontato noi negli anni '90 con l'ingresso nell'eurozona.
Fonte dati: Ansa.it
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