Il declassamento è la decisione che solitamente precede, non sempre con certezza, la riduzione del giudizio di rating. Hanno quasi sicuramente pesato sulla decisione della società la situazione politica che esce dalle elezioni amministrative e le successive cinque volte in cui il governo è andato "sotto" alla camera su altrettanti testi, alcuni proposti proprio dai parlamentari di maggioranza.
Ultimamente le società di rating stanno colpendo in modo deciso i debiti sovrani dei paesi più forti del mondo quali Gran Bretagna nel 2009, Giappone nel Gennaio di quest'anno ed ultimamente si parla anche di una revisione del rating tedesco.
Lo scorso Aprile, la S&P aveva già tagliato l'outlook sul debito pubblico americano, considerato da anni il più sicuro al mondo.
Il timing di questo provvedimento non è certamente dei migliori, in quanto giovedì prossimo si terrà un asta di BOT a scadenza 6 mesi di 8,5 miliardi di euro e una di CTz con scadenza Aprile 2013 di 2,5 miliardi di euro. Il lunedì successivo, il 30 maggio 2011, scadrà un asta di BTP con scadenza aprile 2014 da 6,5 miliardi di euro e di CCT con scadenza aprile 2018 da 1,5 miliardi di euro.
Il declassamento arriva anche successivamente ai continui record fatti segnare dai rendimenti dei titoli del debito sovrano greco. Dopo queste decisioni ed in conseguenza alla situazione del sistema finanziario internazionale il divario (spread) tra i BTP ed i bund tedeschi dovrebbe aumentare.
Il sistema economico italiano, però, non dovrebbe essere coinvolto da una crisi finaziaria come quella della Grecia, in quanto la componente interna durante le aste di assegnazione dei titoli è molto più alta rispetto a quella del paese ellenico e del Portogallo, paesi dell'area periferica dell'Unione Europea. Sicuramente è importante che gli amministratori pubblici inizino a mettere da parte le contrapposizioni sul piano politico in quanto la situazione, se non drammatica, è certamente difficile.
Negli ultimi dati ISTAT si è vista una notevole crescita dei settori ad alto valore aggiunto quali il chimico e l'elettronico che può far ben sperare sulla riqualificazione del tessuto produttivo nazionale, basato eccessivamente su produzioni a basso valore aggiunto esposte alla concorrenza dei paesi emergenti. Un altro punto importante riguarda anche il deficit energetico italiano, che negli utlimi anni sta frenando lo sviluppo del nostro paese ed una risposta decisa su come superarlo si avrà il 12 e il 13 giugno con il referendum che chiamerà gli elettori a decidere sull'introduzione o meno dell'energia nucleare nel nostro paese.
Purtroppo il sistema finanziario europeo è travolto da un'ondata speculativa che cerca di farlo crollare pezzo per pezzo. Per adesso sono stati atttaccati i paesi periferici con debito molto alto quali Irlanda, Grecia e Portogallo, adesso l'attenzione degli speculatori si sta portando verso i Paesi dell'Europa più solidi sotto il punti di vista economico, ma con un alto debito, come Italia e Spagna.
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