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Durante l'ultima riunione dell'eurogruppo che ha visto tra le altre decisioni la nomina di Mario Draghi a governatore della Banca Centrale Europea, è stato nuovamente analizzato il caso Grecia.
I nuovi indirizzi dei ministri delle finanze europei, non guardano, almeno stando alle dichiarazioni rilasciate, ad una ristrutturazione del debito greco, ma bensì ad un reprofiling, ovvero l'allungamento delle scadenze dei titoli del debito sovrano.

Questa mossa, secondo il ministro delle finanze austriaco, permetterebbe di ridurre i tassi dei titoli e allenterebbe così la pressione sul debito sovrano ellenico.

Il reprofiling consiste nell'allungamento della scadenza di tutti i titoli del debito sovrano, contrattata con i privati.               

Il ministro delle finanze tedesco, Schuble, ha giustamente puntalizzato che per non compiere degli arbitraggi sui prezzi dei titoli, tutti i titoli greci, nessuno escluso, dovranno essere riscadenziati.

Francamente questa decisione non sembrerebbe la soluzione ai problemi della Grecia, bensì l'ennesimo tentativo (che molto probabilmente fallirà) di tranquillizzare i mercati.
Il debito della Grecia è quasi 1,5 volte il PIL, il che vuol dire che per ogni euro prodotto in Grecia, ci sono 1,5 euro di debiti sulle spalle dei cittadini ellenici.
Prima o poi la ristrutturazione del debito ci sarà poichè la Grecia ha troppi problemi strutturali per superare questa fase di crisi.

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