In mezzo alle tante proposte ed idee che sono venute fuori, si distingue l'opinione di Emma Marcegaglia, presidente del sindacato, riguardo ai contratti nazionali.
Sull'argomento dei contratti di lavoro, le parti sociali, ovvero sindacati dei datori di lavoro e dei lavoratori, e Governo, si sono incontrati ed hanno firmato l'accordo interconfederale nel 2009. Questo accordo prevede una contrattazione sindacale sia centralizzata che diffusa su tutto il territorio nazionale. Vale a dire che i contratti di lavoro continuano ad essere validi a livello nazionale, ma a livello territoriale ci possono essere degli aumenti in base alla produttività della zona. Tali incrementi dovuti alla maggiore produttività, possono essere erogati anche a livello aziendale, ciò permette una maggiore vicinanza del salario alla situazione territoriale e aziendale.
Proprio durante l'ultima riunione di Confindustria, il presidente Marcegaglia ha ribadito di voler procedere sulla strada già intrapresa due anni or sono. Quindi l'impostazione della Confindustria riguardo alla politica economica in merito ai salari rimane quella di contratti validi a livello nazionale, ma derogabili a livello territoriale.
Tali affermazioni sono arrivate anche in risposta alle critiche mosse soprattutto dalla Lega Nord, la quale voleva dei contratti collettivi validi su base regionale, le c.d. "Gabbie salariali", poichè il costo della vita non è uniforme in tutto il paese.
Bene ha fatto la Confindustria a mantenere la linea definita con l'accordo interconfederale, poichè salari uniformi in tutto il paese sono importanti per concentrare l'attenzione sulla produttività delle imprese, che deve essere rilanciata a tutti i costi.
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