
Dopo le ultime dichiarazioni rilasciate da Lars Feld, consigliere economico di Angela Merkel, circa l'immininente ristrutturazione del debito greco, i rendimenti dei titoli del debito sovrano ellenico sono saliti alle stelle.
Il rendimento a breve ha superato il 15%, mentre il rendimento a 2 anni ha toccato 23,65%, dati impressionanti se paragonati all'inflazione media nell'area UE che si attesta al 2%.
Anche l'assicurazione contro il rischio di default ha subito le influenze del mercato, arrivando a 1.340 punti base.
La Grecia ha il rapporto debito/pil più alto d'Europa con il 142,8%, seguita dall'Italia a 119%. Per quanto riguarda il rapporto deficit/pil la Grecia con il 10,5% è seconda solo all'Irlanda che ha fatto registrare un pazzesco 32,4% (dati Eurostat).
Sono dati che sottolineano un'instabilità forte dei sistemi finanziari di alcuni paesi dell'area euro. Non basta solo ristrutturare il debito pubblico, ma si deve anche rifondare la gestione della finanza pubblica, la quale negli ultimi decenni è stata gestita in maniera dissennata in molti stati.
L'Italia sta recuperando piano piano facendo registrare un rapporto deficit/pil del 4,6% in calo dal 5,4% del 2009, ma un rapporto debito/pil del 119% dal 116,1% del 2009. Anche la spesa pubblica e le entrate sono in diminuzione.
La crisi greca, però è lontana da una soluzione, poichè i problemi sono tanti e il sistema del debito pubblico è solo la punta dell'iceberg. La Grecia non ha imprese di respiro internazionale, ha un mercato interno poco dinamico, produttività bassa e, anche grazie alla crisi economica, un pil che ristagna.
Personalmente la mia convinzione che il debito della Grecia verrà ristrutturato per dare sicurezza ai mercati si fa sempre più forte in quanto giorno dopo giorno aumentano i segnali di una svolta in questa direzione.
penso che anche la crisi italiana sia lontana da una risoluzione
Infatti, è quello che ho sempre sostenuto scrivendo su questo blog. L'unico miglioramento che c'è stato è relativo al rapporto deficit/pil, ma c'è praticamente tutto da fare.
Non penso però che l'Italia sia nella stessa situazione della Grecia.
Abbiamo notevoli carenze strutturali come: un deficit energetico enorme che ci fa essere molto sensibili all'aumento del prezzo delle materie prime; scarsa produttività rispetto ai nostri competitors, una meritocrazia inesistente; ridotto grado di apertura del mercato interno. Però a differenza della Grecia abbiamo imprese di caratura internazionale nel settore delle moda, nel settore dei beni alimentari ed enogastronomici e nel settore metalmeccanico. Penso che la strada sia ancora lunga per tutti, ma per l'Italia la sarà ancor di più.