
Il presidente della Banca Centrale Europea, Jean Claude Trichet, ha annunciato che la politica economica dell'area euro è troppo accomodante e che quindi si prospetta un aumento dei tassi di interesse nel breve periodo. I tre pilastri dell'unione monetaria sono il mantenimento dei prezzi intorno al 2%, una crescita dell'aggragato monetario del 4,5% e una prospettiva di lungo periodo sulle dinamiche dei prezzi. In teoria l'obiettivo inflazionistico sembra ancora centrato, ma le tensioni in atto nel mondo arabo e il disastro in Giappone minano le prospettive di medio periodo.
L'aumento dei prezzi deriva dall'aumento delle materie prime e di un deficit energetico che contraddistingue tutta l'Europa e non solo l'Italia. Dobbiamo interrogarci se questo modello di sviluppo è tutt'oggi sostenibile. Il fabbisogno energetico dell'eurosistema è soddisfatto, in via principale, dall'energia ottenuta da petrolio e nucleare, fonti energetiche messe, per motivi diversi, a dura prova negli ultimi mesi.
Lo switch del sistema energetico verso le fonti rinnovabili non sarà sicuramente né rapido, né tantomeno indolore, in quanto poco si è investito in questi anni e poi si vuole investire in questo settore.
Una nota positiva dal bollettino trimestrale della banca viene dalle previsioni sull'occupazione, vista in rialzo nei prossimi mesi. Intanto la disoccupazione fa un timido miglioramento attestandosi a 9,9% su base europea a febbraio, rispetto al 10,0% di gennaio.
Fonte dati: Ansa.it
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